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mercoledì 18 luglio 2012

Soldi, soldi, soldi, tanti soldi...





"Soldi, Soldi, Soldi, tanti soldi
Beati siano soldi
I beneamati soldi perche
Chi ha tanti soldi vive come un pascia
E a piedi caldi se ne sta"
cantava Betty Curtis nel 1962 e tutti i torti non li aveva.

Basti vedere cosa sta accadendo in questi giorni: gli sceicchi escono soldi a palate, si sentono padroni del calcio europeo spendendo a più non posso, quasi fosse un fantamercato!
Cifre pazzesche per giocatori da rubare alle concorrenti.

Le concorrenti con debito ringraziano (molto spesso a malincuore) ma il Fair Play Finanziario tanto voluto dalla UEFA incombe pesantemente.
Le prime vittime sono state già fatte, Besiktas e Paok Salonicco. Chi saranno i prossimi?
Il PSG qualcuno potrebbe pensare che non rischi nulla, in quanto gli sceicchi potrebbero coprire i debiti con i petroldollari. Ma così non è.
Vediamo un pò cos'è nel dettaglio il Fair Play Finanziario.


L'obiettivo del FPF è quello di dare più disciplina nella gestione finanziaria e nel ridurre quanto più possibile gli eccessi che hanno messo e continuano a mettere in difficoltà tante società. Tali misure obbligano i club chiudere i bilanci in pareggio ed a sanare i propri debiti, spendendo tanto quanto si guadagna, ed ad agire responsabilmente.

Per vigilare e verificare che i club aderiscano alle misure del fair play è stato istrituito il Panel di controllo finanziario per club. Queste misure vengono implementate in un ciclo triennale e la valutazione di bilancio 2013/14 interesserà gli anni finanziari che si chiudono nel 2012 e 2013. Attualmente è invece in corso la valutazione di tutti i trasferimenti e gli stipendi ai dipendenti dall'estate 2011.

Detto questo, perchè il PSG rischia?
Il ruolo dello sceicco di turno sarà fortemente ridimensionato per quel che riguarda il risanamento del bilancio. Si potrà continuare ad investire soldi finanziando infrastrutture che generino aumento del fatturato, ma non si potranno colmare debiti. Chi non rispetta la normativa rischia seriamente l'esclusione dalle competizione europee. Con questa situazione, il PSG rischia di non prender parte alle competizioni europee nell'anno sportivo 2014/2015.

Stessa sorte potrebbe capitare al Manchester City che nel 2011 ha segnato una perdita di 225 mln di euro.
E le italiane?
Beh il Milan appunto si sta muovendo già in questa direzione (vedasi le cessioni di Thiago Silva ed Ibrahimovic), l'Inter lo stesso, cedendo o svincolando tutti quei giocatori con lauti ingaggi.

La Juve dalla sua ha uno stadio di proprietà e solo con questa stagione sportiva si riuscirà a capire se la Champions riuscirà a portare i soldi sperati per ripianare i buchi di bilancio.

Intanto questo calcio per gli sceicchi pare essere più un Monopoli che un calciomercato vero e proprio, alla faccia della crisi economica mondiale.




 

venerdì 6 luglio 2012

L'Italia che vorrei


Cala il sipario dell'Europeo in Ucraina/Polonia e si riapre il calcio di tutti i giorni.
Tornano gli interrogatori per il calcio scommesse.
Torna il calciomercato (che ogni volta non guarda in faccia a nessuno, neanche alla crisi purtroppo).
Tornano i mille problemi tra federazione e Lega.
Tornano i presidenti con i mal di stomaco.
Tornano i giornalisti irriverenti nei confronti delle società.
E' tornato il calcio italiano...
Ma...siamo certi di volere questo calcio cosifatto?

Io francamente comincio ad essere stufo del calcio che si basa più sul commercio che sullo sport in se per se.
Un calcio che purtroppo è condizionato da un sistema europeo abbastanza brutale: se hai soldi vai avanti, se ne resti senza, devi accontentarti d'essere solo una cenerentola vagante nei campionati europei che contano.
L'Europeo non ha insegnato nulla? 
Quest'anno abbiamo assistito ad un europeo nel quale la Spagna, i soliti campeones di sempre, hanno traballato durante il percorso che li ha portati alla finale. In finale ovviamente hanno messo fuori tutto il loro talento, tutta la loro forza dimostrandosi vere furie. Ma abbiamo assistito anche a squadre che nonostante non avessero organici di prim'ordine hanno fatto del gioco la loro arma letale (vedasi la Croazia e la Russia).
La stessa Italia, per molti data spacciata già nei turni, si è dimostrata pericolosa per il suo possesso palla. Una nazionale che non aveva nulla di meno rispetto ad altre compagini già ben avviate (mio modestissimo parere). 
Quindi perchè continuare a puntare sui milioni di euro, quando invece basterebbero gruppi motivati per dare spettacolo e fare risultato? Perchè continuare a puntare su contratti faraonici rendendo i calciatori quasi delle divinità prigioniere del dio denaro? Perchè continuare a dare il cattivo esempio alle generazioni future? 
Il calcio è nato su un campetto, magari anche in misere condizioni, da una palla e da un gruppo che aveva voglia di divertirsi e sentirsi unito. Un gruppo che "lottava" per lo spirito di squadra!
Dov'è ora tutto questo?
Non c'è da stupirsi se poi molti giocatori cercano sempre nuove piazze per nuovi lauti stipendi. Non ci stupiamo se i giocatori rilasciano interviste che gettano fango sul proprio spogliatoio. Il mondo del calcio deve tornare ad essere un mondo di sport, un modo fatto di gioco di squadra. Un mondo in cui bisogna credere nel gruppo, credere nel lavoro svolto in allenamento e non più nel singolo, nel campione strapagato alla faccia dell'operaio che ogni giorno si sveglia la mattina presto per portare quattro spiccioli a casa e magari rischia anche la pelle, pur di far vivere la propria famiglia in modo dignitoso. Tutto questo è assurdo!!!
Il calcio è un intrattenimento e tale deve restare per tutti!
Non stupiamoci se i giornalisti salgono e scendono dai carri come niente...l'italiano medio purtroppo è fatto così: dove spira il vento li si butta.
Ma questo gioco non può durare a lungo.

Impariamo a credere nel gruppo, nello sport e nella vita di tutti i giorni. Il singolo non sempre porta ottimi frutti.