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venerdì 6 luglio 2012

L'Italia che vorrei


Cala il sipario dell'Europeo in Ucraina/Polonia e si riapre il calcio di tutti i giorni.
Tornano gli interrogatori per il calcio scommesse.
Torna il calciomercato (che ogni volta non guarda in faccia a nessuno, neanche alla crisi purtroppo).
Tornano i mille problemi tra federazione e Lega.
Tornano i presidenti con i mal di stomaco.
Tornano i giornalisti irriverenti nei confronti delle società.
E' tornato il calcio italiano...
Ma...siamo certi di volere questo calcio cosifatto?

Io francamente comincio ad essere stufo del calcio che si basa più sul commercio che sullo sport in se per se.
Un calcio che purtroppo è condizionato da un sistema europeo abbastanza brutale: se hai soldi vai avanti, se ne resti senza, devi accontentarti d'essere solo una cenerentola vagante nei campionati europei che contano.
L'Europeo non ha insegnato nulla? 
Quest'anno abbiamo assistito ad un europeo nel quale la Spagna, i soliti campeones di sempre, hanno traballato durante il percorso che li ha portati alla finale. In finale ovviamente hanno messo fuori tutto il loro talento, tutta la loro forza dimostrandosi vere furie. Ma abbiamo assistito anche a squadre che nonostante non avessero organici di prim'ordine hanno fatto del gioco la loro arma letale (vedasi la Croazia e la Russia).
La stessa Italia, per molti data spacciata già nei turni, si è dimostrata pericolosa per il suo possesso palla. Una nazionale che non aveva nulla di meno rispetto ad altre compagini già ben avviate (mio modestissimo parere). 
Quindi perchè continuare a puntare sui milioni di euro, quando invece basterebbero gruppi motivati per dare spettacolo e fare risultato? Perchè continuare a puntare su contratti faraonici rendendo i calciatori quasi delle divinità prigioniere del dio denaro? Perchè continuare a dare il cattivo esempio alle generazioni future? 
Il calcio è nato su un campetto, magari anche in misere condizioni, da una palla e da un gruppo che aveva voglia di divertirsi e sentirsi unito. Un gruppo che "lottava" per lo spirito di squadra!
Dov'è ora tutto questo?
Non c'è da stupirsi se poi molti giocatori cercano sempre nuove piazze per nuovi lauti stipendi. Non ci stupiamo se i giocatori rilasciano interviste che gettano fango sul proprio spogliatoio. Il mondo del calcio deve tornare ad essere un mondo di sport, un modo fatto di gioco di squadra. Un mondo in cui bisogna credere nel gruppo, credere nel lavoro svolto in allenamento e non più nel singolo, nel campione strapagato alla faccia dell'operaio che ogni giorno si sveglia la mattina presto per portare quattro spiccioli a casa e magari rischia anche la pelle, pur di far vivere la propria famiglia in modo dignitoso. Tutto questo è assurdo!!!
Il calcio è un intrattenimento e tale deve restare per tutti!
Non stupiamoci se i giornalisti salgono e scendono dai carri come niente...l'italiano medio purtroppo è fatto così: dove spira il vento li si butta.
Ma questo gioco non può durare a lungo.

Impariamo a credere nel gruppo, nello sport e nella vita di tutti i giorni. Il singolo non sempre porta ottimi frutti.

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